Altre musiche per altri mondi
Installazione interattiva + performance live
Opera di realtà virtuale “Altre musiche per altri mondi”
“Altre musiche per altri mondi” è un'azione intermediale e transmediale basata sulla messa in scena di una particolare dimensione liminale tra improvvisazione sonora e perlustrazione in tempo reale di un ambiente visivo costruito in realtà virtuale (realizzato ad hoc dallo stesso artista).
Ad affiancare l'artista, alle prese con il sonoro dal vivo, la performer d'eccezione (Veronica D'Auria) al centro del palco, relazionando liberamente le movenze con il libero flusso sonoro, indaga visivamente e con il corpo (con headset Oculus Rift) un mondo psichedelico e metaforico contemporaneamente video-proiettato in tempo reale come grande fondale sul quale il pubblico può condividere visivamente l'esperienza in svolgimento, spezzando così l'abituale condizione di distacco dall'ambiente esterno connotativa dell'immersione in mondi virtuali. Una danza dello sguardo che diviene modo alternativo di interagire con le immagini video come forma di dispositivo scenico o video scenografia interattiva. La scena è trasformata inoltre in luogo rituale dalla presenza sul palco di un gruppo di sculture della serie denominata Partiture Spaziali, intese appunto come forma tridimensionale di scritture per improvvisazioni libere (in cui le note sono scappate dal pentagramma) ma anche come oggetto votivo nei confronti della sacralità dell'arte stessa o se si vuole di un qualche dio del libero suono.
La musica, definibile forse come post ambient di matrice sperimentale oscillante tra atmosfere noise e residui di rock/metal “ripassati” in elettronica, ritmiche compulsive e visioni sognanti, è “carburante” dell'azione tutta, si trasforma e si riforma su un canovaccio legato ai cambi di scena e la drammaturgia dell'ambiente virtuale, reinventando dal vivo le strutture sonore dell'album omonimo con il medesimo set di sintetizzatori utilizzati per l'improvvisazione registrata in studio.
Al termine della performance il pubblico potrà salire sul palco (uno per volta) e visitare a sua volta la realtà virtuale tramite l'headset usato per l'azione.
Il progetto è presentato da C.A.R.M.A.-Centro d'Arti e Ricerche Multimediali Applicate
LINO STRANGIS | Altre musiche per altri mondi (VR experience)
https://linostrangis.bandcamp.com
C.A.R.M.A. - Centro d'Arti e Ricerche Multimediali Applicate http://asscarma.wix.com/carma
Klang Roma, via Stefano Colonna 9 (Pigneto-Roma) Giovedì 4 aprile 2019, ore 22:00
Ingresso libero
artdirection@klangroma.com
Video (estratto) della performance @KLANG
Partiture Spaziali. Altre musiche per altri mondi
Project Room, M.A.C.RO. Museo d’ Arte Contemporanea di Roma
25 maggio 2019
La performance è stata realizzata all'interno della mostra/progetto itinerante
prodotto da C.A.R.M.A. - Centro d' Arti e Ricerche Multimediali Applicate
a cura di Veronica D'Auria
Ingresso libero
Video (estratto) della performance @ M.A.C.RO. - Museo d'Arte Contemporanea di Roma
Una notte al Museo del Risorgimento
Museo del Risorgimento, Torino
4 dicembre 2019
Ronzii-Visioni Digitali
Stazione Leopolda, Pisa
25-26 ottobre 2019
Interactive installation + live performance
Virtual reality work “Other music for other worlds”
"Other music for other worlds" is an action based on the staging of a particular liminal dimension between sound improvisation and real-time exploration of a visual environment built in virtual reality (created ad hoc by the artist himself).
To support the artist, grappling with live sound, the performer at the center of the stage, freely relating the movements with the free sound flow, visually and with the body (with Oculus Rift headset) investigates a psychedelic world and metaphorically simultaneously video-projected in real time as a great backdrop on which the public can visually share the experience in progress.
The scene, wrapped in smoke, is also transformed into a ritual place by the presence on the stage of a group of sculptures from the series called Spatial Scores, intended precisely as a three-dimensional form of writing for free improvisations (in which the notes escaped from the staff) but also as a votive object towards the sacredness of art itself or if you want some god of free sound.
At the end of the performance, the stage device becomes an installation that can be visited by the public accompanied by the experience of continuing the sound performance.
It's a total work in which all the elements are connected and significant and the various techniques are used in a critical and original way. An operation with a high technological content but which does not entrust everything to programmed automatisms, but rather prefers to insert the human element (with its capacity for improvisation and error) at various levels of the process.
presented by C.A.R.M.A.-Centro d'Arti e Ricerche Multimediali Applicate